Coma
Cristian TomasCristian Tomas
Nato a Feltre (Bl) nel 1986, resiede a Imer (Tn) con la famiglia. La
sua passione per la lettura sembra esplodere quando gli capita fra le
mani un libro di Salgàri; in seguito gli scrittori che più ammira
e legge sono Hemingway e Carver; e sono anche quelli che lo stimolano
ad iniziare a cimentarsi nella scrittura. Altri autori preferiti sono
Buzzati e Kafka. Oltre alla narrativa è un appassionato
di storia.
Attualmente studia a Pavia, dove è iscritto al primo anno della
facoltà di scienze politiche.
LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
La tranquilla vita di tutti i giorni improvvisamente spezzata da una telefonata. Dall'ospedale avvertono il protagonista - non conosceremo mai il suo nome - che la sorella è rimasta gravemente ferita in un incidente. Un racconto ben costruito, dove i tanti puzzle che compongono un quadro normale, apparentemente sereno, vengono sparpagliati qua e là. Con ritmo quasi cinematografico l'autore fa irrompere il dolore e l'angoscia nella vita di una famiglia.
IL RACCONTO
Era andato a fare la spesa anche quella mattina. In bici, come sempre quando era bello. A casa mancavano le solite cose, pane, sale, burro, detersivo per la lavatrice carta igienica e basta, gli sembrava, ah no! anche i fazzoletti di carta aveva detto la mamma e lo shampoo gli aveva ricordato sua sorella “Quello mio solito, eh?” aveva detto, “Sì, sì tranquilla” aveva risposto lui. Per fortuna passandoci davanti se n’era ricordato altrimenti sua sorella avrebbe fatto le solite storie che fanno le ragazze della sua, insopportabile, età.
Aveva dato la tessera dei soci della Cooperativa alla cassiera, quella bionda, quella carina. Sua mamma gli aveva raccontato che si ricordava di quando quella ragazza era piccola e di come i suoi la vestissero sempre con eleganza e gusto, tanto ci tenevano a far risaltare la bellezza della loro piccola figlia. Salutò e se ne andò con la borsa piena dritto fino a casa. Lì, sistemò tutto, mise via al suo posto ogni cosa e mise lo scontrino insieme agli altri, dove la mamma li avrebbe trovati quando avrebbe voluto trascriverli sull’agenda. Finalmente, visto che aveva già rimesso in ordine tutto il resto e aveva rifatto il letto e passato l’aspirapolvere, poteva fare quello che aveva intenzione di fare già da un paio di giorni: finire quel fantasy che gli aveva consigliato Luca e, soprattutto, scrivere quella benedetta lettera alla sua “Principessa”, Alice. Non sapeva da dove cominciare. Però, che decidesse di cominciare con questa o con quella cosa, era necessario creare l’atmosfera giusta. Scorrendo l’indice sui CD si fermò sul buon vecchio Modest, “Notte sul Monte Calvo” e così veniva da sé che avrebbe finito il libro come prima cosa.
E poi, avrebbe potuto finirlo ieri ma era saltata fuori quella storia con sua sorella e poi la telefonata di Luca e così, buona notte al secchio. Comunque, sì, il caro Modest era l’occasione giusta per prendere in mano gli ultimi tre capitoli, così, dopo, poteva cominciare a leggere la saga di “Dune” che gli aveva consigliato suo papà che l’aveva letta tutta in meno di due mesi quando era poco più grande di lui e che la considerava un “gioiello della letteratura”. Testuali parole.
Fece partire il CD e prese il libro sistemandosi sul divano. La musica lo aiutò ad entrare nell’atmosfera del libro. Fin lì ci era arrivato in quattro giorni, tutto sommato un buon ritmo, visti gli impegni, centomila come minimo, che lo avevano tenuto occupato, impedendogli di finirlo prima, come avrebbe voluto. Ma tanto, un giorno in più o uno in meno… in più, quel giorno la biblioteca era chiusa e per prendere il primo capitolo della saga di “Dune” avrebbe dovuto aspettare ancora un paio di giorni e quindi, tanto valeva…
La storia gli piaceva un sacco, “Ti piacerà un casino” aveva detto Luca e aveva ragione, e gli era venuta una gran voglia di ricominciare e giocare a D&D, mentre la leggeva, ma ormai gli altri o erano all’ università, come Carlos e Alessandro o si erano trasferiti lontano, dalle parti di Torino, come i Gemelli. Ed erano stati proprio questi a fargli cominciare questo strano gioco di ruolo, Dungeons&Dragons, Sotterra-nei & Draghi.
Adesso era rimasto solo Luca, ma in due non era per niente divertente.
Alla fine del primo dei tre capitoli rimasti,squillò il telefono: la mamma, tanto per cambiare.
“Hai fatto la spesa?” dopo aver salutato.
“Sì, mamma, ho preso tutto quello che serviva.”
“Ah, bravo…e senti…hai voglia di preparare tu qualcosa da mangiare oggi? Per te e tua sorella e basta, io mi fermo qua a mangiare.”
“Mmh…sì dai…vedrò di fare qualcosina…”
“Ok, dai. Tutto bene sennò?”
“Sì, sì…al solito. Sto finendo un libro.”
“Ah…ok. Ci vediamo dopo allora. Ciao.”
“Ciao. Buon lavoro.”
“Sì, ciao.”
“Ok a dopo.” riattaccò.
Se non c’erano particolari problemi o se non c’era niente di strano da riferire tipo telefonate del tal dei tali, lettere, inviti ecc… le telefonate con sua mamma non duravano mai più di un minuto, il tempo necessario per le solite cose. Dopo che aveva cambiato lavoro telefonava tutti i giorni, i primi tempi. Adesso lo faceva già meno. E comunque se c’erano problemi lui aveva il suo numero dell’ufficio. Tornò al libro e cominciò il penultimo capitolo: il CD era quasi finito. Lo avrebbe fatto ripartire. Continuava a leggere quando il telefonò squillò una seconda volta: “Chi sarà?” disse. La mamma, no, pensò, ha appena chiamato cinque minuti fa e neanche Alice perché avrebbe chiamato sul cellulare che non paga niente con la promozione e Sara non chiama mai.
Alzò la cornetta: “Pronto?”
Dall’altra parte una voce d’uomo:” Sì, pronto? Parlo con la famiglia Magri? Cerco un familiare di Sara Magri e mi hanno dato questo numero…”
“Sì…sono suo fratello…ma che cosa è successo?”
“Be’ vede…sono un infermiere dell’ospedale…”
Lo interruppe “Cosa?Come…dell’ospedale? Si è fatta male?…Sta male? Che l’è successo?”
“Ecco…ha fatto un incidente in macchina ed è stata…”
“Cristo! E’ grave?”
“Ecco temo di sì…l’abbiamo ricoverata…è in…”
“M-ma c…come…com’è successo, Oddio Sara,no…”
“E’ in coma, non so altro. Però è meglio che qualcuno venga qui a vegliarla.”
“Ma…beh sì…adesso chiamo subito anche la mamma…” era angosciato. “Mi dispiace” disse e riattaccò.
Cominciò a fare il numero dell’ ufficio di sua madre, disperato.
“E’ urgente”, disse. Gliela passarono subito.
“Pronto?”la mamma, sorpresa.
“Mamma? Ciao sono io…”
La mamma arrivò subito. Sarebbero andati all’ospedale, papà ci stava già andando.
Mentre era in macchina pensò che avrebbe avuto tempo per finire il libro e per scrivere quella lettera.